lunedì 28 febbraio 2011

YOU HAVE A NEW MESSAGE


Ho traslocato da Libero ma la messaggeria è sempre aperta.
Posso così ancora regalarmi dei sorrisi nel leggere messaggi deliranti di ancor più deliranti sconosciuti.
La mente umana è strana ragazzi, proprio strana. E internet toglie i freni, libera i timidi, esalta persone che nella vita reale non sarebbero capaci di dirti neanche buongiorno. 
Mi meraviglio però tutte le volte.
I messaggi ricevuti sono reali, come sempre le risposte immaginarie.

tu sei musica celeste per la mia anima........... un dolce dissetante ............. un fiume di passione per il mio desiderio...ecco cosa sei per me antonio

Antonio, con la A maiuscola, nome proprio di persona. Scusa eh, ma mio figlio ha appena cominciato a studiare i nomi comuni ed i nomi propri, il ripasso mi viene spontaneo. Ecco perchè mi sento anche di suggerirti di non usare mai più di tre puntini di sospensione. In ultimo, non so se dire ad una donna che assomiglia ad un frappè sia davvero un complimento :-)

che viso sereno :))))

Dovresti vedermi quando i miei figli sono malati oppure quando ho appena litigato con mio marito!

Mi chiamo Carlo, 50 anni direi decisamente ben portati , fisico atletico , brizzolato.
Vivo e lavoro a bari ma non sono barese.
Cosa dire ancora....credo di essere una persona educata , che ha rispetto per gli altri ed stremamente riservata.
Direi anche un uomo elegante......ma forse sto esagerando.
Spero però di avere un pò attirato la tua attenzione o curiosità.
Spero di leggerti presto.

Si, si, lo so, me lo scrivi una volta ogni due mesi. Se ancora non mi hai letto, un motivo ci sarà ... o forse soffri anche tu di cali di memoria come quasi tutti i maschi che conosco?  Quasi dimenticavo, Bari, nome proprio di città ...

ma che bella mammina che sei come ti chiami...io son matteo

Un altro con la lettera minuscola. Significherà qualcosa? Soffrite di complessi di inferiorità? Che modo strano di approcciare una donna! Mah!

Ciao cerco amica da consolare e con cui trascorrere dei dolci momenti insieme.
Se sei una tipa disinvolta, tranquilla e molto disinibita mi puoi contattare qui o anche alla mia mail
xxxxx71@hotmail.it
magari possiamo anche al cellulare xxxyyyyyyy...
se spento puoi lasciare messaggio ti contatterò appena possibile.
Offro dolci momenti di relax.......
Fatti viva.....

Come andare direttamente al sodo senza troppi giri di parole. Quel tranquilla poi dice molte cose. Secondo me ti andrei bene anche morta. Ma fammi capire, c'è qualcuna che risponde?

Ti va

Quando si dice la presunzione maschile.

I messaggi degli utenti di Libero li trovo surreali e quindi divertenti. Però com'è rilassante il silenzio di blogger!

sabato 26 febbraio 2011

ARRIVEDERCI PROF


Quello che mi è rimasto impresso di lui è soprattutto il sorriso.
Lo accompagnava sempre, anche quando riempiva la lavagna di complicati sistemi di equazioni differenziali atti a spiegare in forma matematica il funzionamento di un motore elettrico.
Uno dei pochissimi docenti universitari che ricordo con piacere, e non perchè fossimo cugini per parte di padre.
Era uno che ci metteva l'anima nel suo lavoro, sempre disponibile per gli studenti, chiaro e preciso nelle spiegazioni, ordinato alla lavagna, senza velleità di barone inavvicinabile e incomprensibile. 
Ti bastava studiare i suoi appunti, approfondire con qualche testo e non era difficile superare un esame fondamentale come macchine elettriche.
Il primo professore che ha insistito per creare un laboratorio di azionamenti elettrici, con computer disponibili ai ragazzi, e più in là, per quello che ho saputo diversi anni dopo la laurea, un vero laboratorio pratico con macchine di ogni tipo.
Così le equazioni incomprensibili diventavano un movimento reale, i numeri una forza concreta, le correnti un fatto tangibile e non un immaginario moto di elettroni.
E' stato relatore di tesi di mio marito che non voleva credere alla notizia.
E' stato l'unico cugino da parte di padre, ne ho cinque, ad essere invitato al mio matrimonio.
Stamattina mi ha chiamato mia mamma e mi ha detto: "Scopro che Gino è morto, oggi alle tre e mezza ci saranno i funerali, dicono che stava male, non so, quelli non ci fanno mai sapere niente."
Il "quelli" era riferito a tutti i componenti della famiglia di mio padre, persone talmente riservate da non dare mai notizie, nè gioiose, nè tristi, se non quando i fatti sono già accaduti. Roba da restarci ogni volta male per non aver potuto partecipare.
Non sarei potuta venire ugualmente prof all'ultima tua lezione, sono qui che ti penso e spero tu sappia che resterai sempre un grande nel mio cuore.

mercoledì 23 febbraio 2011

L'OSSERVATORE


"Mamma, ma perchè gli uccellini si appoggiano sui fili della luce e non si elettricano?"

"Mamma, guarda mia sorella. Com'è bella! E' veramente bellissima, un angelo. Ma perchè sta dormendo eh!"

"Mamma, hai fatto proprio bene a mettere quella collana. Ha lo stesso colore dei bottoni del maglione."

"Mamma ho finito il terzo viaggio di Geronimo Stilton nel mondo della fantasia. Ma l'altro me lo devi comprare il prossimo mercoledì, non oggi mi raccomando! Ora mi devo riposare ma se me lo compri di mercoledì lo finisco domenica. Ho notato che questi libri hanno tutti più o meno duecentocinquanta pagine e ho bisogno di due giorni interi e qualche sera per finirli."

"Ari, insomma non capisci, questo è un leopardo non un ghepardo! Guarda bene! Non vedi che ha le macchie più grandi ed è più basso, con le zampe più grosse? Il ghepardo le ha lunghe e sottili perchè corre veloce, più o meno come me. E spostati dal vetro, che ho paura che il leopardo ti mangia!"

venerdì 18 febbraio 2011

MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA'


Bere direttamente dalla bottiglia perchè l'acqua sta finendo, e se qualcuno mi guarda schifato, dire: "Ma stava finendo!"

Il fatto che l'aloe è vera.

Quando le persone che ti stanno facendo vedere le foto si rendono conto all'improvviso e dicono: "e poi le altre sono tutte uguali", e la smettono.

Alcuni gesti insensati.
Soffiare su un pezzo di pane caduto a terra e poi mangiarlo come se fosse stato ripulito.
Quando la luce si è fulminata e continui a premere l'interruttore guardando in su la lampadina, aspettando il miracolo; e anche quando il gas è finito e continui a provare ad accenderlo.

Adoro anche quando le dico: "non urlare ti prego, abbassa la voce..."
E lei risponde: "non sto urlando!!", e lo dice urlando.

Quando va via la luce, e poi torna, tutti gli orologi digitali della casa lampeggiano e segnalano zero punto zero (00:00).

Tratto da Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo

Molto carino questo libretto. In alcune affermazioni mi ci sono ritrovata pienamente, altre le ho trovate terribilmente ciniche.
E i vostri momenti di trascurabile ma fondamentale felicità? Quali sono?

mercoledì 16 febbraio 2011

PASTICCI


La pubblicità è come Maometto, in qualche modo arriva nelle case, anche con la tv spenta.
Così, come fu e come non fu, mi ritrovai ad acquistare per i miei figli su loro precisa e imprescindibile richiesta, le pubblicizzate (dove??) palline di cereali al miele.
I due mostri conoscono anche la canzoncina "miel pops, la, la, la, la". 
Come l'avranno imparata non è dato sapere.

Sta di fatto che noi siamo grandissimi consumatori di cereali in tutte le forme e misure che non comprendono, se non in parte irrilevante, il cioccolato. 
Non per una qualche intolleranza ma per una forma di egoismo, in quanto non amo molto questo alimento.
Non ho avuto quindi difficoltà ad accontentare i pargoli e provare un gusto nuovo.
Peccato che le palline al miele abbiano lo stesso sapore di quelle al formaggio. Puah!
Una roba veramente immangiabile.

E infatti non le ha mangiate nessuno.
Sono rimaste nella scatola per una ventina di giorni.
Stanca di continuare a ingurgitarmele per forza a colazione in modo da non doverle buttare, ho applicato la ferrea regola a voi nota, quella della matrioska, e deciso che queste orripilanti palline dovevano essere sottoposte ad un'operazione di restyling.
Le ho immerse nel caffè come si fa con i savoiardi, ho preparato una crema di mascarpone e ho impiattato un tiramisù.

Poi l'ho mangiato.

Solo l'idea di avvicinare le labbra all'intruglio, faceva inorridire gli altri componenti della famiglia.
Fantastico. Per fortuna non controllo mai il mio peso sulla bilancia.
Il sapore di formaggio comunque è scomparso, mascherato dal caffè, dai pezzettini di cioccolato fondente che dovevano servire ad attirare l'attenzione, e dall'aroma della buccia d'arancia grattugiata.
Il dolce non è venuto malissimo in fondo. 
Ma la cosa più stupefacente sapete qual è?
Che le palline imbevute di caffè e sommerse di crema per un giorno intero, sono rimaste gommose come le caramelle alla frutta.
Signori miel pops, ma che razza di cereali usate? Altro che OGM! 

martedì 15 febbraio 2011

CONTRO CORRENTE



Se non ora quando? Mai forse oppure ogni giorno in modo diverso.
Sarà la mia naturale ed ereditaria sfiducia nelle manifestazioni di massa, ma non ho partecipato e non l'avrei fatto anche se avessi potuto.
Non perchè non condivida la causa, tutt'altro. 
Soltanto non apprezzo il metodo. 
Non mi convincono le esaltazioni momentanee e l'emotività di gruppo.
Oltre a questo, mi preoccupa di più l'approvazione nell'ultimo anno di non più di dieci provvedimenti legislativi e la durata media di un'ora del consiglio dei ministri, con punte record di cinque minuti, della difesa dell'orgoglio femminile.

Il punto è, in questa vicenda che sta tormentando il nostro paese e forse qualche coscienza, non esistono donne sfruttate, offese.
Qui parliamo di laureate a pieni voti che hanno capito che il loro pezzo di carta non le avrebbe portate tanto "in alto" quanto il loro tacco dodici.
Parliamo di ragazzine a cui piace giocare facile.
Parliamo di mamme, e quante ne ho conosciute, disposte a qualsiasi cosa per trasformare la loro figlia in una starlette fin dall'età dell'asilo.
E prendersi così un'incomprensibile rivincita nei confronti della vita.
La situazione femminile in Italia è forse tra le peggiori di quelle dei paesi del mondo occidentale.
Che se dovessimo guardare al resto del mondo ... ma questo è un altro discorso.
Ma non sarà una festa in piazza a cambiare qualcosa. 

Quando la smetteremo di vestirci a cinquant'anni come le nostre figlie adolescenti.
Quando finiremo di comprare alla nostra bambina le lelly kelly con le paillettes perchè ce le hanno tutte le amichette.
Quando capiremo che la strada per la parità dei diritti non passa per l'assimilazione dei peggiori difetti del peggiore maschio, come la volgarità, la corsa al successo a qualunque costo, il pensarsi invincibili.
Quando avremo il coraggio di dire a noi stesse o all'amica del cuore che non c'è giustificazione nell'amare l'uomo di un'altra.
Quando non ci interesseranno più la chirurgia estetica, i programmi di Maria de Filippi, la festa della donna per far baldoria con le amiche, la borsa firmata e il gossip dal parrucchiere.
Quando cresceremo figli maschi capaci di comprendere che aiutare le proprie compagne in famiglia non è disdicevole, nè causa di impotenza.
Quando ci consorzieremo in cooperative piuttosto che accettare di lavorare a nero come parrucchiere ed estetiste, baby sitter e donne di servizio.
Quando parleremo chiaro al nostro capo che non ci valorizza quanto meritiamo, anche a costo di essere messe da parte per sempre.
Quando la smetteremo di comunicare con il pianto e sapremo controllarci di più.
Quando useremo la testa e la nutriremo, ci prenderemo cura del corpo senza farlo diventare la nostra ossessione.
Quando avremo la libertà di camminare per strada senza paura, quando potremo chiedere il part time senza rischiare il licenziamento, quando anche gli uomini lo chiederanno e sarà una cosa normale.
Solo allora sarà cambiato qualcosa, attraverso il nostro comportamento quotidiano.

venerdì 11 febbraio 2011

ACCADDE LUNEDI'


14 Febbràre - Sandre Cerille e Metòdie, Sande Valendine "Fèste de le nammèrate"
Sabète quattordèce Febbràre millenovecìinde e trè, nagurazziòne du Tiàdre Pedrezzìille che ll'òbbra lireche: "Le Ugonòtte" de Giaghème Maièrbèrre.
La seràte s'aprì che la mùseche d'u iìnne riàle e ppò nge fu nu grèsse battamàne a le frate Noffre e Andònie Pedrezzìille, o ngeggn'ire Iàngiue Messène, canàte de le Pedrezzìiille e o pettòre Faièle Armènese.
Tratto da "Le Calannàrie barèse" a cura di Gigi de Santis

14 Febbraio - Santi Cirillo e Metodio, San Valentino "Festa degli innamorati"
Sabato quattordici Febbraio millenovecentotré, inaugurazione del teatro Petruzzelli, con l'opera lirica "Gli Ugonotti", di Giacomo Meyerbeer.
La serata fu aperta con la musica dell'inno reale, a seguire un fragoroso applauso ai fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli, all'ingegnere Angelo Messeni, cognato dei Petruzzelli, e al pittore Raffaele Armenise.

Non solo cuori e cioccolatini insomma.
Mi sembrava un bel modo per ricordare la giornata dedicata agli innamorati.
Mi piace soprattutto pensare alle vicende del teatro finalmente risorto dalle sue ceneri, come può succedere anche a certi amori. Pare un messaggio di speranza.
Per gli innamorati dell'arte, della musica, della vita, della propria città e delle tradizioni, per voi tutti che amate qualcosa o qualcuno.

martedì 8 febbraio 2011

PER SEBASTIAN, PATRIZIA, FERNANDO E RAUL


Non ricordo più come si chiamasse. Tatiana forse.
Era un'adolescente rom abituata a questuare nell'elegante via Sparano di Bari.
Aveva il sorriso più bello che io abbia mai visto.
Non faceva parte del gruppo di bambini di cui mi occupavo io. Per me italiani dei quartieri popolari.
Ogni tanto mi fermavo con la mia amica Maria Grazia a parlare con lei.
Ci sedevamo a terra anche noi e domandavamo di lei, dei suoi fratelli, se suo padre l'aveva picchiata, se aveva bisogno di abiti, di giocattoli, se voleva imparare a scrivere o preferiva che le leggessimo una favola.
Lei, schiva, rispondeva a tratti poi cominciava a parlare in romanè e ci prendeva in giro. Lo capivamo dalle risatine che aggiungeva al termine di ogni frase. Però era contenta di vederci e curiosa di quel mondo così diverso dal suo.

Poi ci sono stati i bambini della casa vacanze.
Quelli pieni di pidocchi; avevo vent'anni e per paura di prenderli ho passato tutti quei giorni con i capelli intrecciati, lavandoli più spesso possibile.
Raccontavano delle baracche di lamiera, del freddo, dei topi che pranzavano con loro.
Ed era tutta una gara con i bambini dei bassi di Napoli, a chi il topo l'aveva visto più grosso.

Un'altra rom mi svuotò lo zaino del portafoglio su un autobus che portava al centro di Roma.
Bambini allenati a delinquere dalla più tenera età, trascinati nel vortice di famiglie senza patria e senza certezze.

Egregio sig. Granzotto, lei è mai stato in un campo?
Ha idea veramente delle condizioni in cui si sopravvive in certi posti? 
Sono luoghi abitati soprattutto da minori, la comunità rom è una comunità bambina.
Vogliamo dire che è colpa loro che si sposano a dieci anni e sfornano pupi come biscotti per poterli utilizzare come specchietti per le allodole per chi ha il cuore troppo tenero?
Probabile. Ma una cultura millenaria non la puoi cambiare, puoi però garantire i diritti fondamentali dell'essere umano.
Lei ce l'ha un figlio? Io ne ho due e quando qualche giorno fa è morta una bambina italiana all'ospedale di Lodi, non ci ho dormito per tre notti. 
Un bambino non dovrebbe morire, mai. 
E' una tragedia così grande la morte di un bambino che non può non riguardare tutte le coscienze.

La questione rom non è di facile soluzione, mi rendo conto.
Ma "mamma Liliana" e "papà Mirko" che lei vuole a divertirsi al fast food mentre i loro figli si accartocciano nel fuoco, piangono disperati, si arrabattano tra i trenta sgomberi subiti in dieci anni, tra le denunce e la miseria.
Come si può pensare di assicurare una continuità scolastica a bambini le cui "case" vengono periodicamente buttate per aria all'alba, insieme a tutti i beni personali? Due quaderni pasticciati in cento giorni di scuola, il massimo che riescono a frequentare. Andati persi anche questi.
Come si può pretendere che le forze dell'ordine e i medici riescano a mettere in piedi un presidio costante ed efficace in queste condizioni?
Il decoro urbano e la fine del degrado civile e morale saranno garantiti quando non ci sarà più nessuno, rom, albanese, africano o meridionale costretto a vivere in modo disumano. 
Smantellare un campo con le ruspe, unica soluzione secondo lei percorribile, significa solo ignorare il problema, spostarlo nel tempo e nello spazio.
E intanto a pagare resteranno come sempre i bambini.

lunedì 7 febbraio 2011

HO UN PROBLEMA ...

... non ho più spazio sulla patente per incollare gli adesivi che attestano la variazione di residenza.

venerdì 4 febbraio 2011

IO E IL DECODER


Non amo la televisione.
Mi annoia, non ci fanno quasi mai niente di interessante e quando questo accade le trasmissioni avvengono in orari difficili per chi al mattino intende svegliarsi molto presto.
Aggiungiamoci che ho un ricordo davvero sgradevole della tv focolare domestico all'ora di pranzo.
Fonte delle peggiori liti familiari, in genere per argomenti di natura politica, non ne potevo proprio più di farmi andare il boccone di traverso a causa della tv.

Poi è arrivato il matrimonio e con esso l'antenna parabolica e quella terribile invenzione che è Sky.
Mio marito è uno dei pochi uomini che non ama il calcio.
Beata te, penserete voi.  Niente campionato, nè mercoledì di coppa, nemmeno partite a pagamento.
Si è vero, nulla di tutto ciò, ma in compenso ogni competizione sportiva, dalla gara di freccette al sumo giapponese, dal cricket al pugilato, non poteva essere persa.
Era un continuo zapping tra raisport uno, raisport due, e raisportvattelapescaemannaggiaachilihainventatiquesticanali!
Arrivati i figli, l'abbonamento a Sky è stato disdetto.
Non si poteva rischiare che, quei pochi momenti che mio marito riesce a trascorrere in casa, fossero dedicati a seguire il percorso della pallina piuttosto che i primi passi del pupo.

Abbiamo un solo apparecchio televisivo, ventuno pollici, nella camera degli ospiti.
Lo abbiamo usato fino a qualche tempo fa soprattutto per consultare il televideo e come monitor per i dvd dei cartoni.
Nessun telegiornale perchè a quell'ora si cena e quando si cena, memore del malumore generato dall'intruso elettronico, ho stabilito che si parla tra di noi. E poi per informarsi sulle notizie italiane è indifferente guardare il tg o comprare Novella 2000 ...
Quando è arrivata la trasmissione tramite digitale terrestre, non ci siamo neanche sognati di acquistare il decoder.
A novembre, con mia grande soddisfazione, le trasmissioni in analogico hanno esalato il loro ultimo respiro e lo schermo è diventato piatto, nero, morto.
Due mesi di pace assoluta, neanche il rischio di incappare per sbaglio in un pokemon urlante o in una noiosissima gara di sci.
A gennaio mi sono ricordata che in ogni caso, idiosincrasia o meno, mi toccava, sigh, pagare il canone rai.
Ho pensato anche alla mia "povera mamma" e al fatto che la tv è stata sistemata appositamente nella camera ospiti per consentire a lei di non perdere le puntate di Tempesta d'amore quando viene a trovarci.
Così ho ingoiato l'amaro calice e ho comprato al supermercato il decoder in super offertissima speciale, sperando in cuor mio che non funzionasse.
Ahimè quello funziona e pure bene!

Sono state stabilite immediatamente le regole per la visione di Boeing e K2, terrificanti canali di cartoni dove, oltre agli immancabili Pokemon, trasmettono il grande fratello in versione disegno e imperano, tra i vari personaggi, genitori vittime di mostruose bambine capricciose. 
Educativo, non c'è che dire! Ma Candy, Remi, Heidi, perfino Goldrake, così ingenui e semplici, oserei affermare così adatti ai bambini, che fine hanno fatto?
Per sopravvivere all'orrore, nelle ore consentite di visione, alterniamo i cartoni con i programmi di Real Time.
Avete presente? Quel canale dove un agente immobiliare con il ciuffo bianco come Crudelia Demon, però più sorridente, vende case semplicemente fantastiche per budget in genere superiori ai 500.000 euro, gulp!
E quelli, i clienti, si prendono anche il lusso di criticare: "Si però quel soprammobile proprio non mi piace, eh no ..."
Ma per favore!
Lo stesso agente immobiliare, in un secondo programma che si chiama Vendo casa disperatamente, è affiancata da un architetto che assomiglia ad uno delle televendite o dei quiz; ma non chiedetemi chi perchè non saprei dirvelo.
Lui, l'architetto, è piuttosto stravagante. Per convincere i potenziali clienti ad acquistare appartamenti che andrebbero già bene così o per i quali basterebbe usare un po' di fantasia per immaginarseli ristrutturati, li dipinge di colori terribili, come il color cioccolato. 
Li fa  diventare una tomba praticamente! Oppure fa le camere a strisce bianco rosse anche se nessuno è tifoso della squadra del Bari. 
E quelli che disprezzavano il soprammobile subito a commentare: "Ma è meraviglioso, ma che eleganza!". Oh ma che bevete prima di andare in trasmissione? 
A Come ti vesti due esperti di look buttano via il guardaroba di gente normalissima che si veste in modo normale, come me insomma che mi vesto come una casalinga non disperata, e in cambio che ti danno?
Una carta di credito del valore di millecinquecento euro. Che neanche la metà di quello che ti hanno buttato ti ricompri!
Poi ti truccano un po',  ti arricciano i capelli, ti fanno salire su un paio di trampoli, ti addobbano con qualche abito di boutique e voilà: ora si che non sembri più una sfigata! 
Peccato che il giorno dopo torni in jeans e golfino perchè devi accompagnare i bambini a scuola e quelle sono le uniche due cose che ti sono rimaste nell'armadio, oltre ai trampoli e all'abito da sera che non sono esattamente i due indumenti più comodi da indossare alle otto del mattino ...
Paint your life è il mio preferito. Ti spiegano come non buttare niente e divertirsi con gli oggetti vecchi trasformandoli in qualcosa di utile e divertente, come ogni tanto faccio anch'io in casa.
Qualche giorno fa ad esempio, ho tagliato una striscia di cartone, l'ho dipinta di acrilico nero, l'ho contornata di velluto grigio incollandolo con la colla a caldo, l'ho decorata con dei ritagli delle tende della cameretta, ho segnato con il pennarello indelebile bianco delle tacche a dieci centimetri di distanza l'una dall'altra e voilà, ecco una bellissima asta segna crescita intonata alle tende! 
Mi potrei proporre come conduttrice del programma.
Con il Mago delle Torte, l'italo-americano che non fa dolci ma opere d'arte, mio figlio ha già deciso di voler seguire uno stage appena imparerà a preparare gli impasti base.
Per finire c' è Wedding Planners
Ci sono due tipi, diciamo così, alternativi: uno pacifico come un bombolone alla crema, l'altro più isterico di una zitella che vuole trovare marito. Loro fanno un mestiere inutile, progettano il matrimonio dei sogni.
E vai di lustrini, piatti d'oro, fiori a profusione, candele, abiti sfarzosi, carrozze, scenari fiabeschi.
Ma a che pro mi domando? Che tanto, si sa, i due sposi raggianti dopo un anno divorziano!
E poi il giorno più bello della vita non è quello in cui ti sposi, quello è solo uno dei tanti bellissimi momenti che la vita ci regala. E che vogliamo fare allora? Una festa principesca per ognuno di questi momenti?
Però, lo confesso, quelle rare volte che mi capita di soffermarmi con i bambini a guardare questo programma, mi emoziono come una deficiente al vedere entrare la sposa in chiesa.
E mi sento in pace perfino con il decoder.