lunedì 18 aprile 2011

SCARCELLE


Siamo stati invitati a trascorrere il lunedì dell'angelo con un'amica e la sua famiglia.
Lei mi ha detto: "Se proprio ti senti in obbligo, porta il dolce. Ci saranno dei dolci pugliesi tipici di Pasqua vero? Però mi raccomando, non ti stancare ..."
Ligia al dovere più di una milanese purosangue, non mi sono fatta pregare.
Ho chiamato la mamma e ho detto fai tu, che sai che a me piace tanto cucinare ma non amo particolarmente fare dolci.
La mamma, progenitrice di tale siffatta figlia esagerata di natura (per non parlare del nipote maschio), ha subito provveduto.
In un pacco alto circa un metro, che al vederlo mi sono preoccupata per quel pover'uomo del corriere e per la sua ernia, sono arrivati i dolci pugliesi.
Otto mega scarcelle di cui due miseramente rotte, nonostante l'imballaggio resistente anche all'esplosione di una bomba atomica. Facevo meno fatica a fare i dolci che a scartarli ...
Due confezioni di taralli all'uovo glassati. Quelli che lei ha inserito pure in una ninna nanna che cantava a Federico da piccolo "e poi viene lo zio Giuseppe che porta i taralli con lo s'clepp".
Una colomba di pasticceria. E che pasticceria!
Uno scatolino di plastica contenente, come preziose reliquie, otto pecorelle di marzapane fatte a mano dalla mamma.
Di lei, tutto si può dire, meno che sia un'artista. Le sue pecore hanno, da quando le ricordo, un brutto muso e la lana arruffata, ma un sapore di mandorla e zucchero che fa festa al solo pensarci.
Ora ... noi non saremo otto persone, bensì otto adulti e otto, forse nove, bambini.
Da brava meridionale sono giunta alla conclusione che i dolci saranno insufficienti. Provvederò a dare il mio contributo con una pastiera di grano e ricotta. Sperando che venga buona come quella dello scorso anno!


Scarcelle

Pasque, Pasque, viine cherrenne. Le peceninne vonne chiangenne. Vonne chiangenne che ttutte u core: "Scarcedde che ll’ove, scarcedde che ll’ove!”

Questa è la ricetta di mia mamma. In rete c'è altro.
Lei abbonda sempre con gli ingredienti e con la fantasia temo. 
Però vi assicuro che il risultato è buonissimo.
Si conservano per giorni interi e si gustano inzuppandole nel latte durante la colazione di Pasqua o come fine pasto.

500 g di farina
3 uova per l'impasto + 4 per la decorazione
200 g di zucchero
125 g di burro
il succo di due limoni
la buccia grattugiata di un limone
1 bustina di lievito per dolci
granella di zucchero colorata

Fate voi. 
Io avrei messo la farina e lo zucchero a fontana, aggiunto al centro le uova, versato il burro fuso ... ecc. ecc.

Lei mi ha detto che ha sbattuto le uova con lo zucchero, ha aggiunto il burro, il succo di limone, la buccia grattugiata. Per ultimo la farina e il lievito e ha impastato fino ad amalgamare bene il tutto.
Con la pasta ottenuta ha realizzato dei biscottoni abbastanza spessi, a forma di pesce, di campana, di colomba.
Li ha cosparsi di granella colorata.
Ha inserito al centro un uovo sodo, fermandolo con due strisce di pasta incrociate.
Ha cotto in forno caldo a 180 °C fino a quando la scarcella non è risultata ben dorata.

Meno male che non ha fatto quella a forma di pecora, altrimenti, come succedeva sempre quand'ero piccola, mio papà avrebbe detto: "Non ti mangiare il sederino, che puzza un po'."
E io ci avrei creduto!

14 commenti:

  1. Buononi! che mamma che hai... :))) M

    RispondiElimina
  2. sarei tentata di seguire la tua ricetta....ma voi pugliesi siete così bravi anche in cucina che sono intimorita....però dagli ingredienti e dall'aspetto debbono essere buonissimi!!! ciao! mp

    RispondiElimina
  3. saranno insufficienti perchè hai intenzione di mangiarli tu prima?

    RispondiElimina
  4. Guarda che ci sarà anche altro da mangiare...

    RispondiElimina
  5. MARION
    La mamma è una donna passionale al cento per cento. Nel bene e nel male :)

    RispondiElimina
  6. MPT
    Non possono essere più complicate di quella specie di piada marchigiana che hai postato tu (perdona non ricordo il nome esatto) che si faceva fatica soltanto a leggere la preparazione! Dai su, provaci e fammi sapere :)

    RispondiElimina
  7. ERIC
    In effetti ho cominciato dalle scarcelle rotte :) ma le altre le ho ben sistemate in alto, molto in alto. Per evitare la tentazione. Sai che la mia bisnonna preparava gli strufoli per Natale giorni prima e li chiudeva rigorosamente a chiave nella credenza. Mia mamma e mio zio sfilavano il cassetto superiore e li mangiavano ben prima del tempo. Credo che ancora nella tomba si starà domandando come diavolo facessero i dolci a sparire nonostante la chiave la tenesse sempre con sè :)

    RispondiElimina
  8. TROVAILTEMPO!
    Non volevo sottointendere che, mangiando a casa di settentrionali, mi aspetto di fare la fame :) E' solo che mi fa piacere condividere con voi ogni possibilità di dolce pasquale!

    RispondiElimina
  9. Uhmmmm....le pecorelle di marzapane fatte in casa, genuinamente, e quidi con molta farina di mandorle (costosa) e poca farina e zucchero...Slurp!
    ;))))
    Buona Pasqua, carissima amica
    CD

    RispondiElimina
  10. eccole! le abbiamo mangiate poco fa, "panarelle" le chiamiamo noi! abbiamo litigato per l'uovo, naturalmente :)))
    bacione tesoro, quanto è bello il gelsomino lassù!

    RispondiElimina
  11. ma sop a le scarcedd non u mett u s'clepp? ;-) evviva la nonna sprint!

    RispondiElimina
  12. CARPE
    Non so quanto costi la farina di mandorle, mia mamma compra le mandorle :) Buona Pasqua di cuore anche a te!

    RispondiElimina
  13. ARIA
    Se ne mangia una a testa così non si litiga per l'uovo :) Bellissimo, come quello che ha mio padre nel suo giardino :)***

    RispondiElimina
  14. LYRIC
    Ste cose strane le fate solo a Corato :)))

    RispondiElimina